lunedì 24 novembre 2008

Vincere la paura

On 20 nov, 17:29, xxxxx wrote:

[....]
> miglioramento sono una percentuale minima. Mi domando
> sempre se esista una componente di autosuggestione in
> frasi come quelle sopra, e se reggerebbe a sollecitazioni
> sia esterne che interne abbastanza forti. Non lo so anche
> se chi mi conosce può immaginare come la penso.
>
> ciao!
>
> xxxxx.

Concludo con un'osservazione prima di sospendere per molti mesi la partecipazione a tutti questi discorsi che si fanno su questo forum e che valgono infinitamente meno di un solo secondo di pratica personale, inclusi i discorsi che sto facendo io ora in questo momento.

Non è certo la frase che "regge" alle sollecitazioni. Sei tu che reggi alle sollecitazioni affrontando mediante la consapevolezza le tue paure. E' la tua consapevolezza che "regge" cioè è la tua testa che regge perché il lavoro di risolvere i tuoi problemi pratici e psicologici lo fai solo ed sclusivamente tu. Non lo fa per te nessuna religione, nessun partito, nessuna dottrina, nessun testo sacro, ecc.ecc. l'elenco può continuare a lungo.

E' vero che se la nostra consapevolezza è appena abbozzata vediamo tutto con gli occhi della sofferenza che è in noi, ma con la pratica la sofferenza si scioglie e vediamo tutto meglio. Occorre anche non avere paura di avere paura perché quello che va fatto è proprio di affrontare le proprie paure e risolverle una volta per tutte.

Coraggio ! Sono con te tutti i buddha che prima di te hanno proprio affrontato la paura nella loro mente.

Poi sarai orgoglioso di aver vinto le tue paure.

Un abbraccio.

meditatore
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"Che tutte le creature siano libere dalla sofferenza e felici"

giovedì 20 novembre 2008

Depressione ? Se ne esce

Ancora valanghe di negatività con le quali alimenti la tua depressione. Ma sei tu a farlo e dipende solo da te.
E' la tua testa che ti sta dicendo: sei un depresso, sei un depresso, sei un depresso e tu gli dai retta. Invece rispondigli: no sono un buddha, no sono un buddha...
Sapessi quante volte nelle mie più profonde depressioni la testa mi diceva una cosa e io facevo
il contrario esatto. Così se ne esce.

Comunque se ne esce e veramente basta volerlo anche se la tua testa ti dice il contrario. Ma dipende *esclusivamente* da te. Non aspettarti un aiuto dall'esterno, non funziona, solo la tua consapevolezza, vale a dire guarda caso ancora la tua testa, ti aiuterà.

Fidati della tua testa. Fidati di quello che senti.

In bocca al lupo e un abbraccio.

Non esistono i depressi

(da un post su un ng)

Non esistono i depressi. Esistono solo persone che vogliono rimanere depresse
ripetendosi in continuazione di esserlo ed alimentando quindi la loro negatività.
Poi la meditazione potrebbe alimentare al contrario la loro positività ma loro non vogliono
e quindi continuano tutto il giorno a compensare la positività prodotta in meditazione con
pensieri il più possibile negativi, problematici, infelici, pieni di autocommiserazione e di
cinismo o di inutile rigore nel ragionare sulle emozioni e sulle sensazioni.

Non è una critica, è la constatazione di un fatto.

Ma la realtà della nostra paura è difficile da affrontare finché non smettiamo di avere paura
di avere paura.

Non abbiate paura di avere paura perché la paura è solo nella vostra testa e sarebbe come
avere paura della vostra testa ovvero di voi stessi.

Finché continuerete a parlarne significa solo che non siete pronti. Sarete pronti quando nel silenzio della pratica, che si può fare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo anche scrivendo dei post, non avrete più paura delle vostre paure ma vi sentirete in grado di consolarvele da soli.

Buona guarigione a tutti.

Saluti da un depresso in via di guarigione e un abbraccio a tutti quanti.

martedì 18 novembre 2008

La liberazione è possibile in qualsiasi situazione

> Bhartrhari era innamorato di una donna particolare e tornava sette
> volte dalla rinuncia buddista perche' non poteva dimenticarla. In
> questi giorni penso molto a lui. Mi chiedo se la liberazione sia
> impossibile per tutti gli sposi.

Naturalmente la liberazione è possibile in qualunque situazione altrimenti non sarebbe liberazione.
Poi la nostra mente ingannatrice è bravissima nel creare difficoltà dove non ce ne sono perché la nostra "personalità" non libera non vuole morire.

Buona liberazione a tutti.

lunedì 10 novembre 2008

I miei maestri

Ecco qui i maestri che mi hanno aiutato nello sviluppo della mia libertà dalla sofferenza psicologica:

Siddhārtha Gautama Śākyamuni detto il Buddha
Jiddu Krishnamurti (“La sola rivoluzione”)
Giulio Cesare Giacobbe (ho letto tutti i suoi libri)
Anthony De Mello ("Messaggio per un'aquila che si crede un pollo")
Raffaele Morelli

e anche:
Eugen Drewermann (“La fede inversa. Una proposta fede liberata dall'idea del sacro”)
Mohandas Karamchand Gandhi

Alla fine di tutte queste parole rimane il silenzio della consapevolezza che cura la sofferenza, ci libera dagli inquinanti psichici delle illusioni di ogni tipo che la nostra mente produce, e ci dà la serenità con la quale godiamo di più di tutte le cose belle che la vita ci offre:
Abbiate cura della vostra serenità, perché senza serenità soffrite e se soffrite le cose belle della vita perdono la loro bellezza e quelle brutte diventano insopportabili.

Scelgo la serenità e abbandono l'illusione.

Ritengo che Gesù fosse contrario alla religione che diventa un insieme di dogmi, regole e precetti da seguire senza che sia concesso di verificarne di persona la validità mediante un'indagine personale e libera.
Comprendo che molti desiderano risolvere immediatamente la loro paura di vivere aderendo ad un qualsiasi sistema di pensiero preconfezionato religioso e non, prodotto da chi è presentato come esperto in materia.
Questo allevia la paura di vivere e risparmia il lavoro di conoscere approfonditamente se stessi e la realtà intima delle cose e delle relazioni umane.
Però non è la via per la felicità che è essenzialmente serenità ovvero cura approfondita delle paure e delle loro cause come dice anche Gesù:
Gesù disse, "Se i vostri capi vi diranno, 'Vedete, il Regno è nei cieli', allora gli uccelli dei cieli vi precederanno. Se vi diranno, 'È nei mari', allora i pesci vi precederanno. Invece, il Regno è dentro di voi e fuori di voi. Quando vi conoscerete sarete riconosciuti, e comprenderete di essere figli del Padre vivente. Ma se non vi conoscerete, allora vivrete in miseria, e sarete la miseria stessa. " (Vangelo di Tommaso, 3)
Quindi come spiega anche Eugen Drewermann (“La fede inversa. Una proposta fede liberata dall'idea del sacro”), psicologo e teologo, ex cattolico, la salvezza è nell'estinzione di tutte le nevrosi ottenuta mediante la conoscenza di se e nella libertà da ogni dogma, dottrina, regola, precetto, valore, ideologia, autorità per essere liberi di cercare tutti insieme e senza pregiudizi di alcun tipo cosa possa essere buono per tutti e per ciascuno e al passo con i tempi che inevitabilmente cambiano continuamente.
Quindi si tratta di eliminare il sacro che crea solo conflitto o vana adorazione e tutto ciò che è religione ovvero dogmi, dottrine, regole, riti, autorità per leggere le scritture come fossero libri di poesie e per praticare la conoscenza di se per entrare quindi nel Regno dei Cieli che è uno stato psicologico di serenità dovuto appunto all'estinzione di tutte le nevrosi.
Si tratta di abbandonare ogni dogma, costrizione, forma di pensiero unico, perché non servono alla felicità anche se è facile alimentare l'illusione del contrario.
Ritengo che invece dogmi, dottrine e simili, come tutto ciò che va accettato senza che sia data la possibilità di verificarne la verità di persona con una personale indagine, siano più simili alla politica che alla spiritualità.
Rifiuto in particolare la figura genitoriale presentata nell'Antico Testamento come intenta a punire con grande severità i figli che sbagliano invece di aiutarli a scoprire con serenità, compassione e delicatezza le vere origini della loro infelicità. Questa figura genitoriale nevrotica presentata come modello positivo ha prodotto e produce ancora oggi tanta infelicità, morti e distruzioni e in particolare produce la forma di nevrosi presentata come positiva e lodevole che è il bigottismo.
Ci sarà qualche inizio di miglioramento quando invece di presentare falsamente le proprie decisioni come insindacabile decisione di un'autorità suprema le autorità religiose più onestamente le riconosceranno come proprie e concluderanno ogni loro discorso con un “Ognuno cerchi ciò che è vero per lui” come faceva Gesù che si esprimeva con le parabole proprio per lasciare ognuno libero di verificare di persona e senza l'obbligo di utilizzare intermediari la verità delle sue parole.
Ci sarà qualche inizio di miglioramento quando la Chiesa scomparirà come richiesto da Gesù stesso:
I discepoli dissero a Gesù, "Sappiamo che tu ci lascerai. Chi sarà la nostra guida?" Gesù disse loro, "Dovunque siate dovete andare da Giacomo il Giusto, per amore del quale nacquero cielo e terra." (Vangelo di Tommaso, 12) [quindi niente Chiesa ma ricerca libera e personale di un “Giacomo il Giusto” ovvero di chiunque abbia in dote o abbia ottenuto una grande serenità ovvero una grande felicità ovvero un grande amore, autentici e non apparenti come accade per la grande maggioranza dei credenti che sono invece nevrotici]

Infine ringrazio tutti i saggi che mi hanno accompagnato in questo lungo lavoro di ricerca personale:
Eugen Drewermann (“La fede inversa. Una proposta fede liberata dall'idea del sacro”, già citato)
Jiddu Krishnamurti (“La sola rivoluzione”)
Anthony De Mello
Siddhārtha Gautama Śākyamuni detto il Buddha
Mohandas Karamchand Gandhi

Concludo con un augurio:
Dal momento che Gesù con le espressioni “Regno dei Cieli” e “Spirito Santo” intendeva indicare uno stato psicologico di serenità interiore che proviene dall'estinzione di tutte le sofferenze nevrotiche e dal quale sorge l'amore per noi stessi e per gli altri, auguro a tutti gli uomini e a tutte le donne del mondo cristiani e non di liberarsi dalla sofferenza e di vivere felici.

Inoltre: ognuno cerchi ciò che è vero per lui.

lunedì 27 ottobre 2008

Le mie frasi preferite

Pensate con la vostra testa e sentite con il vostro cuore

  • Non fatevi spaventare dalle minacce, né incantare dalle belle emozioni, ma verificate tutto con la testa e con il cuore


Ubbidire o capire ?

  • Non dovete ubbidire, dovete capire

  • Rifiutate qualsiasi cosa vi venga insegnata senza che insieme vi sia data la possibilità di scoprire se quella cosa è vera per voi

  • Forzare qualcuno a credere e ad accettare una cosa senza capirla è politica, non ha nulla di intellettuale né di spirituale. (Ven. W. Rahula)


Regole ?

  • Non prima il dovere poi il piacere, ma prima la serenità, poi il resto

  • I doveri, le regole, gli obblighi devono servire a noi non noi a loro. Se una regola, un dovere, un obbligo non servono né a voi, né a nessuno, buttateli e fatene degli altri

  • Non c'e' motivo di seguire delle regole che non abbiano un'utilità pratica per tutti e per ciascuno

  • Non seguite regole vecchie di millenni, sarebbe come voler usare il regolamento di condominio degli abitanti delle caverne, non abbiate paura di creare voi nuove regole che siano utili per tutti e per ciascuno.

  • Non prima il dovere poi il piacere ma prima il piacere poi il dovere perché a che servirà mai il dovere se poi non riusciamo a goderci le tante cose belle che la vita sa offrirci ?

  • Noi siamo più importanti delle cose e delle regole


Problemi

  • Il rischio è il nostro mestiere di esseri viventi. Se non lo accettiamo, oltre a correrlo comunque, perdiamo la serenità che ci occorre per goderci tutte le cose belle che la vita ci offre

  • Se puoi risolvere perché ti preoccupi ? Se non puoi risolvere perché ti preoccupi ?

  • Chi vive sbaglia, solo chi non vive non sbaglia mai


Sofferenza e felicità

  • Le cose buone sono sempre più di quelle cattive

  • Le tre forme di sofferenza psicologica più immediate sono i sensi di colpa, le paure e le aspettative. Quando vi capitano cogliete l'occasione per imparare ad amare voi stessi

  • Non ascoltate i lagnosi, i cinici e gli ossessivi, soffrono e vogliono soffrire, voi ricordatevi che non siete nati per soffrire


Bambini

  • Ogni bambino ha dentro di se un dio. Ogni nostro tentativo di plasmarlo lo trasforma in un demonio.

  • Non c'è un solo motivo al mondo per trattare male un bambino

  • Lasciate che i bambini facciano i bambini


Serenità

  • Con l'ansia e la paura tu non puoi risolvere nessun problema meglio di quanto tu possa fare con la calma e la serenità.

  • Il rischio è il nostro mestiere di esseri viventi; se non accettiamo ciò, oltre a correre comunque i rischi che la vita comporta, perdiamo la serenità che ci permetterebbe di goderci le cose belle della vita

Sogni e desideri

  • La sai quella di quel bambino che improvvisamente vide avverarsi tutti i suoi sogni ? No, che cosa gli è successo ? Che è vissuto per sempre felice e contento !

  • Quando non riuscite a realizzare uno dei vostri sogni, ricordate che vi rimane comunque l'esperienza


Verità

  • Sentitevi liberi di cercare ciò che è vero per voi


mercoledì 8 ottobre 2008

Preghiera e nevrosi

La preghiera è la nevrosi dell'autocommiserazione: siccome i problemi fanno paura a chi è un bambino mai cresciuto, allora si mette la testa dentro la preghiera come gli struzzi la mettono sotto terra e ci si autocommisera facendo passare questa autocommiserazione per invocazione a un qualcuno che dovrebbe risolvere il problema ma che è solo un essere costruito dalla mente del credente che appunto lo crea per paura.
Un adulto vero invece quando ha un problema lo risolve e ci gode a risolverlo mentre se non può risolverlo non va in crisi per questo.
Se tutti questi nevrotici infantili avessero un po' piu' di autostima il genere umano chissa' quanti problemi in piu' avrebbe potuto risolvere.
Però queste cose ci saranno sempre perché ci sarà sempre chi di fronte alla vita fugge invece di immergercisi dentro e di provare il piacere di immegersi in essa. Se tu a uno di questi gli dici che "il rischio è il nostro mestiere di esseri viventi", questi scappano in chiesa pieni di paura a pregare. Un adulto vero invece lo sa bene e se lo gode (il rischio).

lunedì 6 ottobre 2008

Immensurabile

Come spiega Krisnamurti, se si volesse indagare se esista una realtà immensurabile (il cosiddetto dio) occorre che il pensiero scompaia completamente perché il pensiero inevitabilmente limita e delimita ciò che sarebbe immensurabile. Quindi questi signori che parlano di questo dio sono completamente fuori strada. Per parlare dell’immensurabile occorre tacere completamente. Quello di cui questi signori parlano è una costruzione del loro pensiero e della loro ansia di controllare gli altri, la cosiddetta nevrosi del potere. Sicuramente non parlano di una realtà immensurabile perché per farlo dovrebbero totalmente tacere.
Sicuramente la costruzione del pensiero umano chiamata dio e descritta dell’antico testamento è una delle cause principali dell’infelicità occidentale visto che è costruito come un padre che quando i figli sbagliano li affoga nel diluvio universale e oggigiorno un padre del genere starebbe in galera.

lunedì 15 settembre 2008

Religione come dipendenza infantile

Le religioni soddisfano il desiderio nevrotico dell'uomo che non è diventato compiutamente adulto di dipendere da qualcun'altro per risolvere i propri problemi.
Cambiare religione vuol dire cambiare dipendenza. E' come cambiare marca di sigarette, la dipendenza rimane. Si tratta di realizzare che si è finalmente capaci di risolvere tutti i propri problemi da soli e di diventare quindi veramente e compiutamente adulti.

sabato 13 settembre 2008

Illusioni

La religione esiste perché a molti piace illudersi di aver sconfitto la propria paura di vivere credendo in qualcosa che è creazione arbitraria della mente.
Ma l'illusione è parte del problema, è parte della sofferenza, non è parte della liberazione dalla sofferenza.

Gesù e il senso critico

Gesù era così contrario all'indottrinamento e all'annullamento del senso critico da parlare per parabole proprio per lasciare a tutti la libertà di valutare la verità delle sue parole utilizzando il proprio senso critico e la propria autonoma capacità di verificare se quelle parole servono o no alla propria serenità.
La religione fa invece il contrario imponendo di credere annullando il proprio senso critico.
Per questo Gesù era antidogmatico e antireligioso.

giovedì 11 settembre 2008

Religione e serenità

Perché ho abbandonato la religione ?
Perché la religione limita la mia libertà e annulla il mio senso critico senza essere utile alla mia serenità che proviene dall'estinzione delle sofferenze nevrotiche e non da riti, sacramenti, dogmi, precetti, ecc.

venerdì 29 agosto 2008

Preghiera universale

Fare silenzio dentro noi stessi, liberandoci della sofferenza che i nostri condizionamenti ci procurano è una preghiera universale che va aldilà di qualsiasi strutturazione o cristallizzazione religiosa.

domenica 24 agosto 2008

Ubbidire o capire ?

Le religioni, basate sull'ubbidire senza capire, danno un pessimo insegnamento ai giovani togliendo loro la fiducia in se stessi e nella loro capacità di capire e di scoprire da soli cosa è salutare per la loro serenità e cosa non lo è e di scoprire cosa è buono per tutti e per ciascuno e di sviluppare quindi nuovi modi di vivere e di stare insieme che evolvano e siano al passo coi tempi.
Ma soprattutto vivere costantemente con una tale sfiducia in se stessi al punto di sentirsi incapaci di fare altro che ubbidire senza capire, è una sofferenza che fa vivere male e infelicemente.
E' vero che molti si assoggettano volentieri ad una simile schiavitù per paura, perché vogliono rimanere infantili continuando ad avere, anche da adulti, qualcuno che dica loro in ogni occasione cosa fare, ma questo modo di vivere patologico non dovrebbe essere alimentato dalle religioni, ma semmai si dovrebbe invitare ad avere fiducia in se stessi e a capire da soli fidandosi della propria testa piuttosto che dipendere sempre da qualcun'altro.
Se poi fidandocisi della propria testa si sbaglia, questo è prevedibile, l'intera storia umana è un susseguirsi di miglioramenti ottenuti mediante tentativi ed errori.

mercoledì 20 agosto 2008

Regno dei cieli ?

Per Regno dei cieli Gesù intendeva uno stato psicologico di serenità conseguente all'estinzione delle nostre sofferenze nevrotiche. Anche il cosiddetto Spirito Santo è la stessa cosa. La religione non può di nuovo che fraintendere tutto ciò perché nasce dalla paura e dalla nevrosi umana e dal desiderio urgente che ha l'uomo di credere in qualcosa che sia creazione del suo pensiero per non dover così affrontare la completa assenza di certezze che caratterizza la realtà. Ma la realtà rimane comunque priva di certezze ed è saggio accettarla così come è piuttosto che fuggire nelle illusioni.

martedì 19 agosto 2008

I grandi del passato e la religione

Sono d'accordo coi i grandi del passato: il Buddha, Krishnamurti e Gesù erano contrari alle religioni perché sapevano che esse diventano elenchi di precetti, dogmi, norme da seguire senza comprenderle e loro non volevano insegnare niente del genere.

Però la mente umana gradisce molto l'illusione di sicurezza creata dall'adesione a norme, dottrine, dogmi, ecc., illusione che compensa la paura di vivere che molti hanno.

I grandi del passato vorrebbero invitarci a risolvere le nostre paure nevrotiche mediante la conoscenza di noi stessi piuttosto che a nasconderle sotto le illusioni.

Perché le certezze religiose sono illusorie ? Perché nella realtà non c'e' niente di certo, tutto cambia continuamente, non ci sono riferimenti e i riferimenti creati dal pensiero sono in conflitto con la realtà. Però a molti l'assenza di riferimenti nella realtà fa paura e da qui la fuga nelle illusioni. E' possibile però realizzare che, anche se nella realtà non ci sono riferimenti, possiamo vivere lo stesso, anzi meglio, senza.

lunedì 11 agosto 2008

Modelli ? No, grazie

Riporto un mio post apparso su it.discussioni.psicologia

On 1 Ago, 22:16, Massimo Soricetti wrote:
> Vi siete mai sentiti in colpa per "non essere quello che dovreste essere"?
>
> Voglio dire, ciascuno di noi ha dei modelli,

Io no e non ho bisogno, sono io il modello per me stesso e non aspiro a diventare nessun altro.
Mi occupo di essere il maestro di me stesso, il modello di me stesso, lo psicologo di me stesso.
Un modello al di fuori di me da seguire può essere una prigione che mi rende insensibile verso me
stesso, verso i miei veri desideri e può diventare un'ossessione.

Inoltre mi pare più sano essere indipendenti psicologicamente piuttosto che avere la necessità
costante di cercare la felicità fuori di noi, in qualche modello. La felicità è dentro di noi, non fuori.

Cercare un modello mi pare come cercare una certezza, mentre nella realtà non ci sono certezze di nessun tipo e non ne abbiamo bisogno per vivere ("Il rischio è il nostro mestiere di esseri viventi", dico io).

E' che spesso l'intrinseca assenza di certezze nella realtà ci spaventa, ma IMHO costruirci fittizie certezze create dal pensiero non risolve l'angoscia umana.

martedì 29 luglio 2008

Vita di un illuminato

Il 25 luglio scorso è morto Randy Paush (R.P. nel seguito), che per me, ripeto *per me*, è un illuminato.

Mi sembra un illuminato e mi pare un buon esempio positivo per le nuove generazioni in particolare perché è esente dalle tre principali afflizioni che caratterizzano l'infelicità occidentale (le vedo molto diffuse):
1) L'autocommiserazione
2) Il cinismo
3) La severità (cioè l'imposizione e l'autoimposizione di obbligli morali e il giudicare continuamente e compulsivamente se stessi e gli altri; quest'ultima è particolarmente radicata anche perché è presentata come modello positivo ..... sigh!)

Allora la pratica è:

"Bhikkhu, in che modo il praticante si radica nell'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali?

"Quando in lui è presente l'autocommiserazione, è consapevole: “In me è presente l'autocommiserazione”. Quando l'autocommiserazione non è presente, è consapevole: “In me non è presente l'autocommiserazione”. Quando l'autocommiserazione incomincia a sorgere, egli ne è consapevole. Quando l'autocommiserazione già sorta viene abbandonata, egli ne è consapevole. Quando l'autocommiserazione già abbandonata non sorgerà nuovamente in futuro, egli ne è consapevole. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana.

"Quando in lui è presente il cinismo, è consapevole: “In me è presente il cinismo”. Quando il cinismo non è presente, è consapevole: “In me non è presente il cinismo”. Quando il cinismo incomincia a sorgere, egli ne è consapevole. Quando il cinismo già sorto viene abbandonato, egli ne è consapevole. Quando il cinismo già abbandonato non sorgerà nuovamente in futuro, egli ne è consapevole. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana.

"Quando in lui è presente la severità, è consapevole: “In me è presente la severità”. Quando la severità non è presente, è consapevole: “In me non è presente la severità”. Quando la severità incomincia a sorgere, egli ne è consapevole. Quando la severità già sorta viene abbandonata, egli ne è consapevole. Quando la severità già abbandonata non sorgerà nuovamente in futuro, egli ne è consapevole. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana.

Mentre la pratica *non è* (e qui ci vorrebbero un po' di vignette umoristiche ma personalmente sono capace di disegnare solo figure geometriche :-( ):

* Prendere alla lettera quello che dice R.P. ricavandone norme di comportamento da seguire con rigore e disciplina (questa è severità)
* Portare in processione reliquie di R.P.
* Iniziare un'analisi teorica minuziosa sulle motivazioni e le caratteristiche della buddhità di Randy Pausch per decidere con rigore e precisione sull'effettiva buddhità di R.P.
* Quando qualcosa ci va storto pregare l'anima di R.P. affinché ci restituisca la serenità (questa è autocommiserazione)
* Fare una statua di R.P. e inginocchiarsi davanti alla stessa tutte le mattine
* Sperare di diventare come R.P. nel giro delle prossime 700 vite visto che in questa non c'e' speranza (autocommiserazione)
* Dire che è ovvio che R.P. può avere quell'atteggiamento positivo, perché a lui è capitato questo e quest'altro, è stato fortunato ! (questo è cinismo)
* Dire: "beato lui ! a me non succederà mai" (autocommiserazione)
* Fare un'analisi psicologica di R.P. e schematizzare le ragioni delle nevrosi più diffuse nella cultura occidentale e i meccanismi psicologici che hanno portato R.P. a risolverle
* Quando non si sa cosa fare, rileggere la vita di R.P. per avere qualche idea su come comportarsi
* Tagliarsi i capelli con lo stesso taglio di R.P.
* Rileggere la biografia di R.P. e farsi un'oretta in brodo di giuggiole a pensare quanto è bravo R.P., quanto è buono R.P., quanto è illuminato R.P., che buon esempio che dà, che bello se fossero tutti come lui, e via di seguito

Spero di aver divertito un po' :-)

giovedì 12 giugno 2008

Come vivere sereni

Metti la tua serenita' al primo posto
Abbi cura della tua serenita', perche' senza serenita' soffri e se soffri le cose belle della vita perdono la loro bellezza e quelle brutte diventano insopportabili. Ricorda che puoi essere serena/o qualunque cosa accada. Metti la tua serenita' sopra a tutto. Non dare mai importanza a nessuno dei tuoi desideri piu' di quanto ne dai alla serenita' perche' per quanto cio' che desideri sia bello per te, senza serenita' non te lo godi.

Purche' non fai del male agli altri, fa cio' che vuoi
Purche' non fai del male agli altri, fa cio' che vuoi. Puoi scoprire da solo/a che non riesci ad essere serena/o se fai del male agli altri.

Conosci te stesso/a senza giudicarti
Quando sarai in pace con te stesso/a se non conosci te stesso/a ? Scopri i tuoi sogni, i tuoi desideri, le tue inclinazioni e non giudicarli confrontandoli con idee o modelli che altri ti propongono. Seguili invece con spontaneita' e portali nella tua vita lasciando che si sviluppino liberamente senza farli diventare un'ossessione. Pratica la conoscenza e l'osservazione di te stesso/a, del tuo corpo, dei tuoi pensieri, dei tuoi sentimenti, delle tue sensazioni, delle tue emozioni. Impara a vederli con un sorriso sereno come se stessi vedendo gli uccelli che volano nel cielo della sera. Nell'osservare te stessa/o non giudicarti e non confrontarti con gli altri o con modelli ideali. Fidati della tua testa. Fidati di quello che senti. Ricorda che solo tu puoi conoscere te stesso/a, diventa il maestro di te stesso/a.

Tutto passa, che te stai a preoccupa' !
Ricorda che nella realta' tutto passa: quando ti capita qualcosa di brutto, mentre tu provi angoscia perche' ti sembra che non passi mai, esso sta gia' cambiando, sta gia' passando, e' inevitabile, ma la tua angoscia ti fa soffrire di piu'; quando ti capita qualcosa di bello, mentre tu ti affanni per cercare di farlo durare il piu' al lungo possibile, esso sta gia' cambiando, sta gia' passando, e' inevitabile, ma il tuo affanno ti impedisce di godertelo. Scoprirai che piu' diventi consapevole che tutto passa, piu' facilmente riesci ad apprezzare la bellezza e l'unicita' di tutte le cose e di tutte le persone.

Sperimenta personalmente
Sentiti libera/o di curare la tua serenita' nel modo che piu' ti piace. Verifica sempre con la tua personale sperimentazione se le indicazioni che ti vengono date su come coltivare la tua serenita' sono efficaci o no. Il genere umano ha scoperto tanti modi per curare la sofferenza psicologica e condurre alla serenita', confrontali, provali e scegli quello che trovi piu' utile per te. Potresti anche scoprire un tuo modo personale di avere cura della tua serenita'. Ricorda che anche se la ricetta per la serenita' e' nota da millenni, tu devi scoprirla da te, anzi, non lasciare che nessuno ti tolga il gusto di scoprirla da te.

Non ne fare un'ossessione
Presta attenzione affinche' lo sviluppo della tua serenita' non diventi un'ossessione ovvero ulteriore motivo di sofferenza. Prenditela comoda e cerca di avere compassione per la tua sofferenza. Segui i tuoi ritmi, non quelli degli altri. Non farla complicata perche' e' semplice. Ridi e scherza piu' spesso che puoi perche' prendersi in giro e' il miglior sintomo di serenita'.

Aiutare e farsi aiutare
Per coltivare la tua serenita' chiedi aiuto a chi vuoi senza legarti a nessuno. Non aiutare chi non ha chiesto di essere aiutato.

Vivi sveglio/a !
Vivi sveglio/a. Non lasciarti influenzare dall'infelicita' degli altri. Non ne sei in alcun modo responsabile. Fai attenzione ai sensi di colpa che gli altri ti fanno venire per dominarti. Ricorda che modelli, ideali, valori, principi, regole, obblighi, convenzioni sociali, etichette, obiettivi, tradizioni, autorita', non sono mai necessari per la tua serenita' e possono invece diventare una prigione per la tua mente. Non cercare in queste cose quella serenita' che e' dentro di te e che solo tu, conoscendo te stesso/a, puoi coltivare meglio.

Vivi qui e ora
Quando potrai goderti le cose belle della vita se non qui e ora ? Non lasciare che la tua mente ti distragga dal goderti con serenita' le cose belle che hai facendoti pensare a quello che ti manca, a quello che non hai avuto, a quello che potrai avere e via rimuginando. Se ti capita qualcosa di brutto non lasciare che la tua mente ti distragga dal vivere il brutto con serenita' facendoti pensare anche al brutto del passato, a quello che potrebbe capitare in futuro, al perche' e' capitato proprio a te, e via rimuginando.

Vivi positivo
Se ti saprai concedere abbastanza tempo, scoprirai che c'e' sempre qualcosa di positivo, di buono, di bello, di divertente che ti aiuta a vivere.

mercoledì 2 aprile 2008

La pozione magica della felicità

Luce per vedere bene
Coraggio per stare con la propria paura
Amicizia per chiedere aiuto a chi ce lo può dare
Speranza quando tutto sembra perduto
Perdono per non rimanere bloccati nel passato
Pazienza per non strapparci via
Poesia per non ridurre tutto ad un misero ragionamento
Unione per creare
Seduzione per lasciarsi sedurre dalla vita
Amore per rimanere incantati a guardare il mondo

In difesa di Harry Potter

Cari ragazzi,


immaginiamo che la magia bianca rappresenti la possibilità di essere sereni qualunque cosa accada, una magia appunto, e che la magia nera rappresenti la sofferenza.

Si tratta di una magia perché non ci arriviamo ragionando né seguendo le opinioni comuni su cosa possa liberarci dalla sofferenza.

Cercate di conservare sempre con cura uno spazio nella vostra mente in cui custodire la speranza che l'umanità possa un giorno porre al primo posto la coltivazione della serenità.

Questo perché la magia potrebbe condurvi un giorno ad avere la certezza e non più solo la speranza, che questo sia possibile e che basti solo dedicargli attenzione.

Ripassate poi l'incantesimo Riddikulos in cui qualcosa di orribile diventa improvvisamente ridicolo o se preferite la sofferenza si tramuta d'improvviso in gioia.

Ricordate una frase detta da Silente: "La felicità la si può trovare anche nei momenti più bui e tempestosi, basta ricordarsi di accendere la luce".

Andatevi a rileggere quello che dice Silente sullo Specchio delle brame: l'uomo più felice del mondo, specchiandosi vede solo se stesso, il suo unico desiderio è se stesso.

Ricordatevi anche dei momenti in cui Silente chiede a Harry se ha qualcosa da dirgli. Harry non risponde e Silente rispetta questa decisione, non lo costringe a raccontargli quello che nasconde anche se sa bene che Harry si metterà nei guai. Infatti, anche se la ricetta della serenità-qualunque-cosa-accada è nota da millenni, ognuno deve trovarla da solo.

Cari ragazzi, che di voi è il regno della serenità-qualunque-cosa-accada, ricordate infine che non è importante cosa leggete, ma cosa, leggendo, cercate.

Sono sveglio

« Il bramino Dona vide il Buddha seduto sotto un albero e fu tanto colpito dall'aura consapevole e serena che emanava, nonché dallo splendore del suo aspetto, che gli chiese:

– Sei per caso un dio?
– No, brâhmana, non sono un dio.
– Allora sei un angelo?
– No davvero, brâhmana.
– Allora sei uno spirito?
– No, non sono uno spirito.
– E allora, che cosa sei?
– Io sono sveglio. »

(Anguttara Nikaya)

Mobbing

Ho avuto esperienza di mobbing.
Dopo di tale esperienza, come si dice non tutto il male viene per nuocere, ho avuto modo di "conoscere me stesso" e di imparare ad avere cura della mia serenità.

Il mobber altro non è che un'esempio di persona infelice che sfoga la sua infelicità sugli altri. Ma ci riesce solo perché gli altri partecipano alla recita pensando che la loro felicità dipenda dal quello che il mobber dice o fa.
Ci rimane infatti dentro un residuo di nevrosi infantile per la quale riteniamo che la nostra felicità dipenda dagli altri e questa dipendenza è tipica dei bambini che necessariamente dipendono dai genitori per il loro sostentamento.

Combattere il mobber vuol dire stare al suo gioco, è come dire: "Si, io dipendo da te per la mia felicità per cui ti devo eliminare". Niente di meglio per il mobber che qualcuno che lo combatte.

Quello che occorre che accada è invece che la recita finisca. Quando scopro che la mia felicità non dipende dagli altri o dalle cose, e lo scopro nonostante tutti gli infelici che vogliono invece farmi dipendere da loro, ecco che la recita finisce e ci si sente liberi.

Fanno parte della recita i sensi di colpa. Se per es. rifiuto di sentirmi in colpa se non solo per le azioni dannose che io direttamente e intenzionalmente compio, e in questo modo i sensi di colpa che gli altri creano per dominarmi, e che sono la stragrande maggioranza, spariscono, ecco che la recita finisce.

Mi fermo qui e auguro in bocca al lupo a tutti i mobbizzati affinché imparino ad avere cura della loro serenità e raggiungano la libertà dall'infelicità altrui della quale non sono in alcun modo responsabili.