giovedì 26 febbraio 2009

Anche chi non ha vinto alla lotteria dei genitori può farcela

Io non ho vinto alla lotteria dei genitori, sono nato e cresciuto in mezzo a persone piene di paura e dominate dalla loro paura.

Ma ce l'ho fatta, ho compreso e guarito la mia paura sviluppando la mia consapevolezza.

Per guarire la mia paura ho dovuto vederla e non è stato bello, ma sono contento di averlo fatto, adesso sto meglio.

Finché non troviamo il coraggio di vedere la nostra paura cerchiamo di nasconderla in tutti i modi a noi stessi distraendoci con molte cose, con il lavoro, con il denaro, con la religione. Ma la paura rimane lì e ci rovina la vita.

Bisogna non avere paura di vedere la nostra paura. Il premio è la libertà. Quella vera, quella di non dover dipendere psicologicamente dagli altri e dagli eventi.

Può essere istintivo rifiutare di vedere la paura e pensare che qualcuno o qualcosa ce la toglierà dalla testa, ma nessuno può farlo se non noi perché solo noi possiamo vedere dentro la nostra testa. Prima cominciamo a farlo, prima ne usciremo ma la paura non ci farà sconti.

Ci potremo arrabbiare con gli altri o con gli eventi, ma questi non ci ostacoleranno, né ci favoriranno nell'affrontare la paura.

Però la nostra paura siamo noi e possiamo volerci bene proprio perché abbiamo scelto di affrontare le nostre paure per diventare liberi.

Si tratta di ricordarci che ogni volta che ci sembra di impazzire, c'e' sempre qualcosa di buono in noi che ci ricorda di volerci bene.

In bocca al lupo a tutti quelli che si accingono ad affrontare la loro paura e a consolarla da soli, ricordate che molti prima di voi l'hanno fatto e potete farlo anche voi. Si tratta di credere in se stessi e nella propria capacità di sviluppare la propria consapevolezza.

Fatelo perché una vita dominata dalla paura non è degna di essere vissuta.

lunedì 24 novembre 2008

Vincere la paura

On 20 nov, 17:29, xxxxx wrote:

[....]
> miglioramento sono una percentuale minima. Mi domando
> sempre se esista una componente di autosuggestione in
> frasi come quelle sopra, e se reggerebbe a sollecitazioni
> sia esterne che interne abbastanza forti. Non lo so anche
> se chi mi conosce può immaginare come la penso.
>
> ciao!
>
> xxxxx.

Concludo con un'osservazione prima di sospendere per molti mesi la partecipazione a tutti questi discorsi che si fanno su questo forum e che valgono infinitamente meno di un solo secondo di pratica personale, inclusi i discorsi che sto facendo io ora in questo momento.

Non è certo la frase che "regge" alle sollecitazioni. Sei tu che reggi alle sollecitazioni affrontando mediante la consapevolezza le tue paure. E' la tua consapevolezza che "regge" cioè è la tua testa che regge perché il lavoro di risolvere i tuoi problemi pratici e psicologici lo fai solo ed sclusivamente tu. Non lo fa per te nessuna religione, nessun partito, nessuna dottrina, nessun testo sacro, ecc.ecc. l'elenco può continuare a lungo.

E' vero che se la nostra consapevolezza è appena abbozzata vediamo tutto con gli occhi della sofferenza che è in noi, ma con la pratica la sofferenza si scioglie e vediamo tutto meglio. Occorre anche non avere paura di avere paura perché quello che va fatto è proprio di affrontare le proprie paure e risolverle una volta per tutte.

Coraggio ! Sono con te tutti i buddha che prima di te hanno proprio affrontato la paura nella loro mente.

Poi sarai orgoglioso di aver vinto le tue paure.

Un abbraccio.

meditatore
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"Che tutte le creature siano libere dalla sofferenza e felici"

giovedì 20 novembre 2008

Depressione ? Se ne esce

Ancora valanghe di negatività con le quali alimenti la tua depressione. Ma sei tu a farlo e dipende solo da te.
E' la tua testa che ti sta dicendo: sei un depresso, sei un depresso, sei un depresso e tu gli dai retta. Invece rispondigli: no sono un buddha, no sono un buddha...
Sapessi quante volte nelle mie più profonde depressioni la testa mi diceva una cosa e io facevo
il contrario esatto. Così se ne esce.

Comunque se ne esce e veramente basta volerlo anche se la tua testa ti dice il contrario. Ma dipende *esclusivamente* da te. Non aspettarti un aiuto dall'esterno, non funziona, solo la tua consapevolezza, vale a dire guarda caso ancora la tua testa, ti aiuterà.

Fidati della tua testa. Fidati di quello che senti.

In bocca al lupo e un abbraccio.

Non esistono i depressi

(da un post su un ng)

Non esistono i depressi. Esistono solo persone che vogliono rimanere depresse
ripetendosi in continuazione di esserlo ed alimentando quindi la loro negatività.
Poi la meditazione potrebbe alimentare al contrario la loro positività ma loro non vogliono
e quindi continuano tutto il giorno a compensare la positività prodotta in meditazione con
pensieri il più possibile negativi, problematici, infelici, pieni di autocommiserazione e di
cinismo o di inutile rigore nel ragionare sulle emozioni e sulle sensazioni.

Non è una critica, è la constatazione di un fatto.

Ma la realtà della nostra paura è difficile da affrontare finché non smettiamo di avere paura
di avere paura.

Non abbiate paura di avere paura perché la paura è solo nella vostra testa e sarebbe come
avere paura della vostra testa ovvero di voi stessi.

Finché continuerete a parlarne significa solo che non siete pronti. Sarete pronti quando nel silenzio della pratica, che si può fare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo anche scrivendo dei post, non avrete più paura delle vostre paure ma vi sentirete in grado di consolarvele da soli.

Buona guarigione a tutti.

Saluti da un depresso in via di guarigione e un abbraccio a tutti quanti.

martedì 18 novembre 2008

La liberazione è possibile in qualsiasi situazione

> Bhartrhari era innamorato di una donna particolare e tornava sette
> volte dalla rinuncia buddista perche' non poteva dimenticarla. In
> questi giorni penso molto a lui. Mi chiedo se la liberazione sia
> impossibile per tutti gli sposi.

Naturalmente la liberazione è possibile in qualunque situazione altrimenti non sarebbe liberazione.
Poi la nostra mente ingannatrice è bravissima nel creare difficoltà dove non ce ne sono perché la nostra "personalità" non libera non vuole morire.

Buona liberazione a tutti.

lunedì 10 novembre 2008

I miei maestri

Ecco qui i maestri che mi hanno aiutato nello sviluppo della mia libertà dalla sofferenza psicologica:

Siddhārtha Gautama Śākyamuni detto il Buddha
Jiddu Krishnamurti (“La sola rivoluzione”)
Giulio Cesare Giacobbe (ho letto tutti i suoi libri)
Anthony De Mello ("Messaggio per un'aquila che si crede un pollo")
Raffaele Morelli

e anche:
Eugen Drewermann (“La fede inversa. Una proposta fede liberata dall'idea del sacro”)
Mohandas Karamchand Gandhi

Alla fine di tutte queste parole rimane il silenzio della consapevolezza che cura la sofferenza, ci libera dagli inquinanti psichici delle illusioni di ogni tipo che la nostra mente produce, e ci dà la serenità con la quale godiamo di più di tutte le cose belle che la vita ci offre:
Abbiate cura della vostra serenità, perché senza serenità soffrite e se soffrite le cose belle della vita perdono la loro bellezza e quelle brutte diventano insopportabili.

Scelgo la serenità e abbandono l'illusione.

Ritengo che Gesù fosse contrario alla religione che diventa un insieme di dogmi, regole e precetti da seguire senza che sia concesso di verificarne di persona la validità mediante un'indagine personale e libera.
Comprendo che molti desiderano risolvere immediatamente la loro paura di vivere aderendo ad un qualsiasi sistema di pensiero preconfezionato religioso e non, prodotto da chi è presentato come esperto in materia.
Questo allevia la paura di vivere e risparmia il lavoro di conoscere approfonditamente se stessi e la realtà intima delle cose e delle relazioni umane.
Però non è la via per la felicità che è essenzialmente serenità ovvero cura approfondita delle paure e delle loro cause come dice anche Gesù:
Gesù disse, "Se i vostri capi vi diranno, 'Vedete, il Regno è nei cieli', allora gli uccelli dei cieli vi precederanno. Se vi diranno, 'È nei mari', allora i pesci vi precederanno. Invece, il Regno è dentro di voi e fuori di voi. Quando vi conoscerete sarete riconosciuti, e comprenderete di essere figli del Padre vivente. Ma se non vi conoscerete, allora vivrete in miseria, e sarete la miseria stessa. " (Vangelo di Tommaso, 3)
Quindi come spiega anche Eugen Drewermann (“La fede inversa. Una proposta fede liberata dall'idea del sacro”), psicologo e teologo, ex cattolico, la salvezza è nell'estinzione di tutte le nevrosi ottenuta mediante la conoscenza di se e nella libertà da ogni dogma, dottrina, regola, precetto, valore, ideologia, autorità per essere liberi di cercare tutti insieme e senza pregiudizi di alcun tipo cosa possa essere buono per tutti e per ciascuno e al passo con i tempi che inevitabilmente cambiano continuamente.
Quindi si tratta di eliminare il sacro che crea solo conflitto o vana adorazione e tutto ciò che è religione ovvero dogmi, dottrine, regole, riti, autorità per leggere le scritture come fossero libri di poesie e per praticare la conoscenza di se per entrare quindi nel Regno dei Cieli che è uno stato psicologico di serenità dovuto appunto all'estinzione di tutte le nevrosi.
Si tratta di abbandonare ogni dogma, costrizione, forma di pensiero unico, perché non servono alla felicità anche se è facile alimentare l'illusione del contrario.
Ritengo che invece dogmi, dottrine e simili, come tutto ciò che va accettato senza che sia data la possibilità di verificarne la verità di persona con una personale indagine, siano più simili alla politica che alla spiritualità.
Rifiuto in particolare la figura genitoriale presentata nell'Antico Testamento come intenta a punire con grande severità i figli che sbagliano invece di aiutarli a scoprire con serenità, compassione e delicatezza le vere origini della loro infelicità. Questa figura genitoriale nevrotica presentata come modello positivo ha prodotto e produce ancora oggi tanta infelicità, morti e distruzioni e in particolare produce la forma di nevrosi presentata come positiva e lodevole che è il bigottismo.
Ci sarà qualche inizio di miglioramento quando invece di presentare falsamente le proprie decisioni come insindacabile decisione di un'autorità suprema le autorità religiose più onestamente le riconosceranno come proprie e concluderanno ogni loro discorso con un “Ognuno cerchi ciò che è vero per lui” come faceva Gesù che si esprimeva con le parabole proprio per lasciare ognuno libero di verificare di persona e senza l'obbligo di utilizzare intermediari la verità delle sue parole.
Ci sarà qualche inizio di miglioramento quando la Chiesa scomparirà come richiesto da Gesù stesso:
I discepoli dissero a Gesù, "Sappiamo che tu ci lascerai. Chi sarà la nostra guida?" Gesù disse loro, "Dovunque siate dovete andare da Giacomo il Giusto, per amore del quale nacquero cielo e terra." (Vangelo di Tommaso, 12) [quindi niente Chiesa ma ricerca libera e personale di un “Giacomo il Giusto” ovvero di chiunque abbia in dote o abbia ottenuto una grande serenità ovvero una grande felicità ovvero un grande amore, autentici e non apparenti come accade per la grande maggioranza dei credenti che sono invece nevrotici]

Infine ringrazio tutti i saggi che mi hanno accompagnato in questo lungo lavoro di ricerca personale:
Eugen Drewermann (“La fede inversa. Una proposta fede liberata dall'idea del sacro”, già citato)
Jiddu Krishnamurti (“La sola rivoluzione”)
Anthony De Mello
Siddhārtha Gautama Śākyamuni detto il Buddha
Mohandas Karamchand Gandhi

Concludo con un augurio:
Dal momento che Gesù con le espressioni “Regno dei Cieli” e “Spirito Santo” intendeva indicare uno stato psicologico di serenità interiore che proviene dall'estinzione di tutte le sofferenze nevrotiche e dal quale sorge l'amore per noi stessi e per gli altri, auguro a tutti gli uomini e a tutte le donne del mondo cristiani e non di liberarsi dalla sofferenza e di vivere felici.

Inoltre: ognuno cerchi ciò che è vero per lui.